domenica 15 aprile 2012

Riorganizzare i processi per reagire al declino

Non condivido la diffusa convinzione che per l'Italia e l'Euroa, il destino sia segnato e che il futuro non possa essere che il loro declino.
In realtà l'Italia gode, nel mondo, di un grande prestigio e di profonda stima, non solo per il made in Italy, magari oggi un po' appannato, o per i suoi campioni e le sue eccellenze sportive, quanto perché viene riconosciuto al Sistema Italia una capacità di resistere e di creare che poche nazioni al mondo hanno.
Quello che manca è la fiducia degli italiani in se stessi e, d'altra parte, la necessità di comprendere che, toccato il fondo (si spera) se si vuole ripartire occorre farlo ripensando al modello organizzativo.
Dobbiamo bandire dai nostri pensieri la frase : "Ma abbiamo fatto sempre così.....!" , oggi non è più come ieri e, se vogliamo ripartire, occorre pensare che tutto ciò che abbiamo fatto fino ad oggi deve essere rivisto e migliorato, non partendo da zero, ma, come diceva Troisi, partiamo pure da tre, perché tre cose buone le dovremmo aver fatte!
Però ripartiamo, con umiltà, dall'analisi dell'esistente per comprendere ciò che deve essere conservato, ciò che deve essere migliorato e ciò che deve essere eliminato.
Questa è la fase iniziale del cambiamento, autovalutarsi e capire in quale situazione ci troviamo, economicamente, finanziariamente, produttivamente e, infine, organizzativamente.
Le imprese che non comprendono questo o che si arroccano nella convinzione di essere al top e che, eventuali problemi di margine, possano essere risolti, unicamente, riducendo il costo del lavoro o delocalizzando la propria attività, possono ottenere dei risultati apparentemente positivi nel breve periodo ma, in prospettiva di medio e lungo periodo, se non risolvono i problemi più strutturali, non potranno sopravvivere a lungo.
Avranno ottenuto il solo risultato di spostare in altra nazione i loro problemi organizzativi.
L'unica soluzione è quella di affrontare il problema, comprenderne la vera ragione, rivedere i processi e, individuate le tante attività a non valore che vengono svolte, rivedere i flussi organizzativi, soprattutto relativamente ai cosidetti overheads.
Cercherò di proporre, nei post successivi, alcuni esempi pratici ed immediatamente applicabili per seguire questa strada.


Nessun commento:

Posta un commento